NEXT A CATANIA: Parole Mute 2.0

PAROLE MUTE 2.0

Sabato 20 novembre 2021 | ore 21:00
Domenica 21 novembre 2021 | ore 18:00

Zō centro culture contemporanee
Recupero abbonamento 8^ stagione

Di e con Francesca Vitale
Regia di Manuel Renga  
ripresa dalla regia originale di Lamberto Puggelli
voci fuori campo Paolo Bonacelli, Ottavia Piccolo e Tiziana Bergamaschi

LO SPETTACOLO

Parole Mute 2.0 è una testimonianza sull’Alzheimer di Francesca Vitale, autrice e protagonista di questo testo, intimo e profondo, che nasce da una dolorosa esperienza personale: il padre dell’attrice è scomparso e i suoi ultimi anni di vita sono stati segnati da questa malattia. La costruzione dello spettacolo, un atto unico composto da 17 quadri scanditi da contributi musicali, è una suggestiva commistione fra testo, immagini, voci fuori campo e musica, che, in forma di dialogo con l’assente, ripercorrono le tappe di un rapporto mai chiuso.

“Ho scritto questo spettacolo che ha debuttato a Milano anni fa e Catania lo ha ospitato dandomi grandi emozioni. La prima edizione vinse il premio Enriquez nel 2009. ‘Parole Mute è una storia vera, la storia mia e di mio padre. Vi racconto l’esperienza ed i problemi di una figlia, le sensazioni, i ricordi, le sofferenze e le emozioni. Vi racconto lo sconvolgimento che si prova nel trovarsi faccia a faccia con questa brutalità che è la malattia d’Alzheimer;… vi racconto anche le sensazioni buone, alte, importanti che la sofferenza, talvolta, può dare.’ Questo scrivevo alla prima stesura. Oggi ritorno su quel testo. Il ricordo si è arricchito d’altro, altri quadri sono stati aggiunti, come la freschezza della vita del protagonista negli anni ’70. Oggi penso che il ricordo vada osservato, perché nella sua sostanza esso sembra immanente, eppure esso cambia e si espande con me. Oggi io sono diversa, e vuole in parte esserlo il mio spettacolo, che è parte di me.”

DALLA MOTIVAZIONE DEL PREMIO ENRIQUEZ

“Una malattia tra le più crudeli è l’Alzheimer. Le persone che ne sono colpite vivono un lungo addio alla vita. E in questo viaggio senza speranza sono accompagnate, quasi sempre, soltanto dai loro cari. Come ultimo atto d’amore verso un grande padre, una figlia, ora avvocato, ma che è stata attrice, ha avuto il coraggio civile di raccontare, in prima persona, in una rappresentazione scenica, una dolorosa storia. Una coinvolgente e toccante testimonianza. Per farci riflettere”.