Nei primi anni dello Stato di Israele, e in particolare negli anni ’50, migliaia di bambini scomparvero dalle famiglie ospiti dei campi profughi. Due terzi di questi bambini provenivano da famiglie immigrate dallo Yemen.
“Maternity” cerca di portare alla luce le voci delle madri dei bambini rapiti che sono state messe a tacere per tanti anni e di trovare il collegamento tra loro e noi.
Tre attrici (che sono anche madri nella vita reale) presentano sul palcoscenico il doloroso processo del parto, al termine del quale non c’è nulla. Nessun bambino. Nessuno da stringere per l’ultima volta, nessuna tomba accanto alla quale piangere. Attraverso la poesia, la voce e il movimento, le tre donne coraggiose, Selly Arkadash, Moria Beshari Liphshitz e Eden Uliel mettono a nudo questa vicenda oscura.
“Maternity” si basa in parte sul poema di Iris Eliya Cohen e in parte su materiali autentici, come testimonianze di donne, madri,  nipoti. Alcune testimonianze sono state trovate negli Archivi di Stato di Israele. Altre testimonianze sono ancora più personali, poiché una delle nostre attrici ha ascoltato queste storie dalla propria nonna e dal proprio padre.