BLASÉ
Sabato 12 Aprile 2025 | ore 21:00
Domenica 13 Aprile 2025| ore 18:00
Di LUCA ZILOVICH
Regia LUCA ZILOVICH
Costumi ALICE RIZZATO
Produzione OFFICINE GORILLA E TEATRO DELLA JUTA
Luci Enzo Ventriglia
Musiche Raffaello Basiglio
Un uomo affetto da oniomania. Un magazzino preso in ostaggio. Quand’è che un atto è veramente rivoluzionario? Viviamo in un mondo in cui un’azione del genere è ancora sorprendente? O è già tutto previsto? Si può vendere una rivoluzione?
LO SPETTACOLO
Blasè è la tendenza della società a far apparire ogni cosa di un colore uniforme, di un gusto che non sa di niente, uguale a mille altre cose. Blasè è l’incapacità di scegliere. Blasè è la vita del protagonista.
La voglia di reagire e scrollarsi di dosso l’insoddisfazione lo portano ad entrare armato in un magazzino di e-commerce, prendendolo in ostaggio. A questo punto, la narrazione passa in mano agli ostaggi stessi: un laureato che ricopre il ruolo più infimo del magazzino, un capo settore che non vuole un cactus come compagno di vita, un’impiegata con la sindrome di Stoccolma, un esperto di marketing che cura l’immagine di una blogger che recensisce coppette mestruali.
Una società che usa ogni messaggio, positivo e negativo, non per migliorarsi, ma per confermare se? stessa.
Blasè è un monologo a più voci. L’unico attore in scena interpreta, tutti i personaggi della storia. I caratteri, dichiaratamente grotteschi e portati all’esasperazione, rappresentano dei “tipi sociali” ben precisi. Sfiorando il ridicolo riescono comunque a creare un forte collegamento con la realtà quotidiana, premendo l’acceleratore su tutte le contraddizioni che la compongono, con un tono brillante grazie al quale ogni personaggio mantiene la sua umanità (e disumanità). Gli stessi riferimenti utilizzati si rifanno alla società in cui siamo costantemente immersi che, spesso, ci travolge e ci da? l’impressione di correre velocissimi verso orizzonti che, però, non abbiamo realmente scelto. Come in tutti i precedenti lavori, anche in quest’ultima prova le Officine Gorilla scelgono di non dare una morale ma semplicemente un “punto di vista” (o in questo caso, diversi punti di vista) sulla comunità odierna, sulle dinamiche su cui essa si regge, proponendo una riflessione su come e cosa viviamo tutti i giorni e, soprattutto, sulla sensazione del “lasciarsi vivere”, senza avere il reale controllo delle proprie decisioni.