Dante ha parlato della vita dopo la morte perché sognava di rendere migliori gli uomini in questa vita. Scrisse la Divina Commedia in volgare: per renderla comprensibile a un pubblico ampio e «di massa».
Utilizzando la metafora del passaggio attraverso gli inferi, voleva far riflettere l’umanità sui propri vizi e i propri peccati, affinché ritrovasse il sentiero che l’avrebbe condotta a essere un’umanità migliore.
Mossi dallo stesso desiderio, i Naufraghi Inversi utilizzano i canti danteschi per rileggere la contemporaneità, anche nei risvolti drammatici di questi ultimi anni, dimostrando tutta l’attualità della Divina Commedia che, dopo 700 anni, si rivela ancora in grado di restituire una fotografia più che realistica del mondo che ci circonda.