La compagnia Barbe à Papa Teatro mette in scena se stessa. L’indagine parte da una domanda che genera tutte le successive: “Si può fare teatro quando si è depressi?” e quindi: “Cosa si può fare quando si è depressi?” la reazione – più che la risposta – a queste domande, è uno spettacolo che racconta quattro testimonianze di una condizione generazionale, ma anche universale; uno spettacolo che percorre le zone d’ombra di un animo lacerato e usurato da anni di crisi economica, sociale, politica e culturale. La messa in scena è un continuo gioco metateatrale che confonde ruoli e personaggi e che stimola il pubblico a una partecipazione attiva, che va anche oltre la fruizione dello spettacolo stesso. Resistenza è responsabilità, e coinvolge anche spettatori e spettatrici. L’arte della resistenza è uno spettacolo che parla di lavoro, di sogni, di compromessi, di scelte estreme e di rinunce. È uno spettacolo che si immerge a piene mani nell’amaro e nel cinico che regolano fortemente i rapporti umani. Ma è anche uno spettacolo che ha fede, che crede ancora nella possibilità di un cambiamento, nella speranza che domani, possa sorgere un nuovo fiore.