LE MILLE BOLLE BLU
Sabato 9 Novembre ’19 | ore 21:00
Domenica 10 Novembre ’19 | ore 18:00
MUST Musco Teatro | Catania
con Filippo Luna
testo Salvatore Rizzo
regia Filippo Luna
LO SPETTACOLO
Una storia d’amore omosessuale, clandestina per 30 anni, nella Palermo degli anni ‘60.
“Se tu chiudi gli occhi e mi baci, tu non ci crederai, ma vedo le mille bolle blu”, cantava Mina nel 1961.
Una storia d’amore omosessuale, clandestina, nata nella Palermo degli anni Sessanta che va avanti, parallela ad una vita cosiddetta “normale”, per trent’anni.
Le mille bolle blu racconta la storia di Nardino e Manuele, barbiere di borgata il primo, avvocato il secondo: si conoscono, giovanissimi, nel salone da barba dove Nardino fa l’apprendista sotto lo sguardo del padre e Manuele è figlio di un cliente facoltoso.
È l’inizio degli anni Sessanta, quello, per l’appunto, in cui Mina impazza con “Le mille bolle blu”. Destinati a ruoli sociali e familiari prestabiliti (quelli di mariti irreprensibili e di padri premurosi) i due portano avanti per trent’anni una storia di sentimento e passione che si nutre anche della clandestinità in cui viene vissuta, che ne è linfa e tormento al tempo stesso.
La morte di Manuele, per malattia, diventa il pretesto perché Nardino, nell’impossibilità di piangere apertamente l’uomo che ha amato e di gridare a tutti il proprio dolore, ripercorra alcune tappe di quei trent’anni, tra nostalgia e amarezza, rabbia e dolcezza. Un altare di ricordi che sancisce l’universalità di quel sentimento al di là di ogni barriera e di ogni preconcetto.
LA STAMPA
«Filippo Luna ci regala un’eccellente prova d’interprete evitando tutti i rischi di un facile coinvolgimento esteriore facendoci partecipi con la misura dell’attore di razza della sua trascorsa felicità e della sua tristezza senza fine» (Guido Valdini, “la Repubblica” – Palermo).
“Con sorprendente, multiforme talento Luna, spezza l’epos in due: a sinistra la pedana che sembra ripercorrere la lunghezza del “tabùtu”, a destra invece il salone da barbiere in cui l’amore tra Nardino e Manuè si fa carne, sangue e spirito”. (Carmelita Celi, “La Sicilia”).
“Solitario protagonista è un superlativo Filippo Luna che ci fa conoscere i due protagonisti, le loro anime, il loro segreto”. (Gigi Giacobbe, “Hystrio”).
“Un testo gonfio, veloce, sincero, spesso molto forte e Luna ci si cala a capofitto, padrone della scena, mai un silenzio, mai una sbavatura, una corsa contro l’emozione” (Simonetta Trovato, “Giornale di Sicilia”).
“Arriva come un pugno questo spettacolo piccolo e privato ma che pure urla di problemi brucianti e coinvolgenti con l’intensità di un attore solo, Filippo Luna, in un racconto che, senza rifiutare l’ombra goduriosa del melò, con un procedimento quasi fassbinderiano rinvia senza prediche agli aspetti drammatici che nascono dall’attrito di tanta passione con la realtà del tempo”. (Gianfranco Capitta, “Il manifesto”).