NON PLUS ULTRAS

NON PLUS ULTRAS

Sabato 29 Febbraio ’20 | ore 21:00
Domenica 1 Marzo ’20 | ore 18:00

Centro ZO | Catania

con Adriano Pantaleo
di Adriano Pantaleo e Gianni Spezzano
drammaturgia e regia Gianni Spezzano
produzione Argot produzioni / Teatro Eliseo / Nest
in collaborazione con La Corte Ospitale (Napoli/Roma)

Trailer Spettacolo

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LO SPETTACOLO

Cosa vuol dire essere un Ultras? Qual è la mentalità, il modello di vita del movimento degli Ultras?

«Il modello di vita dell’Italia non può essere e non sarà mai quello degli ultras violenti degli stadi di calcio, estremisti travestiti da tifosi. Lo sport è un’altra cosa». Sergio Mattarella (durante Il Messaggio del Presidente della Repubblica agli Italiani del 2018)

Qual è il modello di vita degli Ultras? Attraverso un’indagine teatrale durata quattro anni, abbiamo cercato di dare una risposta a questa domanda. Il modello di vita degli Ultras si racchiude in una sola parola: Mentalità.
Dunque, cos’è la Mentalità? È una filosofia di vita basata su delle regole non scritte ma condivise tacitamente da tutti gli Ultras. L’impianto drammaturgico dello spettacolo procede alla scoperta di questo codice etico e comportamentale svelandone i pregi e i limiti.
Ciro cerca di conquistare la dolce Susanna, figlia del temuto capo Ultras Biagio ‘O Mohicano. La sua strategia è semplice: riuscire ad introdursi nel mondo della curva e conquistare la benedizione dal padre della ragazza. Ciro nel tentativo di sedurre resta sedotto, completamente catturato da quella mentalità che sembra dare un senso alla sua vita piatta e monotona che ha sempre detestato. Però. Cosa vuol dire essere un Ultras? Che responsabilità porta? Che legame corre tra lo stato civile e il movimento Ultras? Che costi ha essere un ultras?
Non Plus Ultra, ovvero “non più oltre”, la scritta che Ercole incise, sulle colonne omonime, per stabilire il limite al quale l’uomo aveva accesso. Qual è questo limite? Ciro lo scoprirà, a sue spese.

L’idea dello spettacolo Non plus Ultras nasce da un evento di cronaca: «Martedì 24 giugno 2014 alle ore 6.00 il cuore di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli di 28 anni ferito il 3 maggio da un tifoso romanista, mentre si avviava allo stadio Olimpico per assistere all’incontro Napoli-Fiorentina, ha smesso di battere. Il giovane ragazzo è spirato al policlinico Gemelli dopo 52 giorni di agonia e dopo aver subito sei interventi chirurgici».

La Messa in scena 

Ricreando le atmosfere sonore tipiche degli stadi, attraverso l’utilizzo di una “loop station”, lo spettatore sarà fiondato in prima persona sugli spalti, in quella curva che rappresenta uno spazio di libertà conquistato, faccia a faccia con quel mondo che spesso vediamo solo attraverso i telegiornali o sulla pay per view, comodamente seduti sui nostri divani. L’utilizzo di alcuni brani tratte dalle opere di Shakespeare adattati al contesto stadio e arricchiti con effetti sonori, riesce a conferire la giusta epicità al fenomeno che volevamo ricreare. Le parole di Enrico, che incita i suoi fratelli a combattere  al suo fianco nella battaglia di San Crispino, si confondono, si mischiano, si perdono per poi emergere riconoscibili nel flusso: non sappiamo più dove finisce il poeta e dove inizia l’ultras. Altro elemento importante è lo stile narrativo: strizza sempre l’occhio alla narrativa inglese. Il lessico ricercato si mischia ad un italiano-regionale creando un effetto in alcuni punti straniante. Da una parte l’intento è quella di omaggiare la terra in cui il fenomeno Ultras nasce, l’Inghilterra, dall’altra è disancorare dal territorio alcuni concetti, tipo quella della Mentalità, che invece non hanno confini e abbracciano una comunità ramificata in tutta Europa e oltre.

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